La terza volta in un mese, con sempre lo stesso esito perquisizione e sequestro dei dispositivi, tra cui telefoni e computer annullati. Si è concluso così anche il terzo ricorso presentato da Domenico Aiello, difensore dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti davanti al tribunale del riesame di Brescia, che già una volta nell'ambito dell'inchiesta su Garlasco, che vede l'ex magistrato accusato di corruzione in atti giudiziari, aveva annullato il provvedimento della procura. Provvedimento, poi annullato anche nell'ambito dell'altra inchiesta sul cosiddetto sistema Pavia, in cui lo stesso Venditti è accusato di corruzione e peculato. Quel sequestro, secondo i giudici del riesame, non ha rispettato i canoni di proporzionalità. E questo perché in sostanza gli investigatori, nel procedere alla perquisizione e al sequestro di quei dispositivi, non hanno fatto ricorso a parole chiave e hanno considerato un periodo di 11 anni, un po', come dire si è provato a pescare nel mucchio, sperando di trovare qualcosa. Dunque sequestro annullato. A portare alla perquisizione e poi al sequestro in casa di Venditti era stato un appunto trovato a casa di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, ora indagato per corruzione con su scritto Venditti gip archivia per 20-30 €, oltre a quell'appunto sotto la lente della procura, sono finite alcune trascrizioni d'intercettazione fatte dagli ex carabinieri Spoto e Sapone anomale e anche alcuni movimenti di denaro sul conto di Sempio padre, considerati dai pm la prova della corruzione che avrebbe portato Venditti a chiedere e ottenere l'archiviazione di testimoni, gli ex legali del ragazzo avrebbero tutti confermato che quei soldi prelevati in contanti da Giuseppe Sempio servirono a pagare le spese difensive. Diletta Giuffrida. .























