"Sono molto aumentati dopo la pandemia i casi di ansia scolastica se così la vogliamo chiamare, nel senso che all'interno della categoria scolastica ci sono diverse sfumature perchè di fatto la scuola è il contesto di maggiore esperienza dei ragazzi e quindi nel concetto di ansia scolastica noi abbiamo la prestazione quindi la difficoltà di avere una prestazione come loro la immaginano, la pensano, il discorso della socialità quindi la difficoltà a relazionarsi che quindi possono determinare, innescare delle reazioni ansiose che poi portano, possono portare al ritiro e anche all'abbandono scolastico. Sicuramente noi psicologi aiutiamo i ragazzi a capire che nonostante loro per senso di protezione che andrebbero ad evitare di confrontarsi con ciò che gli crea ansia, in realtà l'evitamento è qualcosa che acutizza l'ansia quindi li aiutiamo a capire che evitare corrisponde ad aumentare la risposta ansiosa piuttosto che a proteggersi dalla risposta ansiosa. Ovviamente questo è un obiettivo da raggiungere per cui li aiutiamo in modo graduale ad esporsi, li aiutiamo a trovare delle strategie come ad esempio nel momento in cui sono l'attivazione ansiosa è molto elevata ad utilizzare la respirazione, a monitorare i propri pensieri che spesso quando c'è tanta ansia hanno una tendenza ad andare in una direzione catastrofica che non è necessariamente realistica, e quindi li aiutiamo un po' a ristrutturare il modo che hanno di pensare e lavoriamo anche tanto con le scuole perché le scuole e quindi gli insegnanti sono delle risorse fondamentali per aiutare i ragazzi a rientrodursi nell'ambiente scolastico, a stare nell'ambiente scolastico".