Elena e Alessandro l'hanno chiamata Stella perché così almeno di notte l'avrebbero sempre vista in cielo. Una diagnosi prenatale non le lasciava scampo per una grave malformazione al cuore che fa paura solo nominare: isomerismo sinistro con blocco atrioventricolare completo. “Era notte e abbiamo detto: l'unico modo per sentirla vicina è una stella; se poi deve volare in cielo, quello è il suo posto”. Invece questa bimba di 21 mesi, passati quasi tutti in ospedale attaccata ad un respiratore, ha i piedini ben piantati nella culla, le mani, per la prima volta nella sua vita, impegnate con dei giochi e due occhi azzurri belli vispi che guarderanno le stelle da quaggiù. Ben due ospedali avevano sentenziato che non ci sarebbe stato nulla da fare perché la malformazione non era correggibile e che il destino di Sella era segnato. Eppure i medici del Gaslini di Genova l'hanno operata. Un intervento rischiosissimo di ricostruzione del cuore portato a termine lo scorso 3 dicembre dall'equipe del dottor Pomé. Dopo appena 16 giorni Stella è stata dimessa e fuori l'aspetta una vita normale. “Dico da credente che ho sempre sperato nel miracolo, ma dicevo: perché proprio a me? Ed è capitato proprio a me. La prima volta che abbiamo preso in braccio nostra figlia ce l'hanno data in braccio all'età di circa 4 mesi perché non era possibile prenderla in braccio ed era arrivato il momento in cui stava andando. Sei volte stava andando la bambina all'altro mondo. Di solito si nasce una volta sola. Io sono morto sei volte. Mia figlia è nata due volte. E' una vita strana”. “Lei ha detto: ogni giorno vedo una bambina diversa. Questa nuova Stella che carattere ha?”. “Questa nuova Stella è una Stella che in questo momento ha anche la forza di fare dei capricci. Io quando ero in giro qualche mese fa e vedevo i genitori arrabbiarsi con dei bambini perché facevano dei capricci, che gridavano, dicevo: voi non sapete quanta fortuna avete. Per noi era un lusso. Oggi la bambina fa i capricci, gioca, ride. Oggi è una figlia”.