Ancora una volta un asse italo americano per la mafia siciliana. Questa volta il contatto era quello tra la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo nel trapanese e il clan newyorkese dei Bonanno. Affari di droga, ma anche di gioco d'azzardo, gli interessi dei clan siciliani per fare cassa e riprendere piano piano il potere. Il tutto sotto l'occhio, secondo i magistrati della Dda di Palermo, del boss latitante Matteo Messina Denaro che avrebbe coordinato e avallato tutto. Inafferrabile da due decenni, secondo gli inquirenti sarebbe comunque a capo della mafia siciliana. In manette nella notte sono finite 13 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga. Al centro dell'inchiesta, condotta sul campo dai militari del comando provinciale di Trapani, c'è la figura del boss Francesco Domingo, arrestato per mafia in passato e poi scarcerato, che sarebbe stato l'anello di congiunzione tra i mafiosi trapanesi e i clan americani. Gli incontri tra i boss avvenivano in un bar di Castellammare del Golfo e gli affiliati, come si sente da un'intercettazione, si preoccupavano di non essere ascoltati e prima di ogni incontro posavano i cellulari lontani dal tavolo dove poi iniziavano a discutere d'affari. Il progetto era quello di impiantare sale da gioco negli Stati Uniti per riciclare il denaro. Tra gli indagati figura anche il Sindaco del paese trapanese, Nicola Rizzo, eletto in una lista civica del centrodestra nel 2018. Il reato ipotizzato nei suoi confronti è quello di concorso esterno in associazione mafiosa. 14 persone risultano indagate a piede libero.