"Crisi idrica perché l'innevamento è stato molto minore di quello degli anni scorsi, perché c'è una dipendenza dalla grande carenza d'acqua, che si è manifestata già l'estate scorsa". L'acqua in Valle d'Aosta c'è, le sorgenti sono ovunque, ma non si può più sprecare. Persino in paesini come questo, Chamois, poco più di 100 abitanti, raggiungibile solo con una funivia, dove l'unico suono è quello dell'acqua, è necessario prestare massima attenzione ai consumi. Le vasche di raccolta sono vuote ma l'acqua è abbastanza per poterla prestare alla vicina località della Magdeleine in crisi idrica. "Abbiamo comunque, cautelativamente mandato avanti una raccomandazione di un uso tranquillizzante e meno dispendioso di acqua. Abbiamo anche chiuso in parte i fontanili". Nella regione più montuosa d'Italia la gestione tra le vette scoscese è più complicata, la rete idrica non integrata è oramai consumata, il record delle perdite nei paesi di Issogne raggiunge il 70%. Altrove va molto meglio, ma non esiste un dato regionale poiché manca un monitoraggio globale. Qui, a Plateau Rosa, a 3500 metri, il ghiacciaio soffre, lo si vede dai crepacci aperti, che negli anni scorsi, nello stesso periodo dell'anno erano ricoperti dalla neve. Più fortunata la Svizzera che possiede la gran parte di questo ghiacciaio, ma nonostante tutto anche nella vicina località di Zermatt si parla di allarme siccità. A Cervinia, comune di Valtournenche, in alcuni momenti dell'anno le vasche sono troppo piene e l'acqua torna al torrente. Un paradosso che gli amministratori cercano di gestire sperando in nuovi investimenti. "È importante l'ingrandimento delle vasche per l'accumulo, ma sicuramente il rifacimento delle antiche condotte, che con gli anni stanno invecchiando e quindi in alcuni punti possono avere delle perdite". Per creare un grande serbatoio che potrebbe essere utile a tutto il paese.