A differenza che in altre città a Milano la rete idrica è il caso di dire che non fa acqua da tutte le parti. Al contrario, il capoluogo lombardo è il più virtuoso in materia di gestione e consumo dell'acqua, una risorsa che storicamente in città non è mai mancata. Il perché è presto spiegato, Milano ha un sistema idrico che preleva il 100% dell'acqua potabile direttamente dalla falda sotterranea sulla quale la città è stata costruita e dunque non risente dei periodi di siccità, l'altra ragione sta nelle infrastrutture e nella tecnologia utilizzata per controllare i flussi di acqua da immettere nella rete idrica cittadina dal 2003 gestita da MM Spa. "Questa curva nel nostro sistema di controllo dell'intera rete della città fa una previsione di quello che la città ci chiederà oggi in termini di consumo. Il sistema in maniera automatica ci propone quali pozzi dovremo azionare nelle diverse ore della giornata. Tutto questo ci consente di risparmiare acqua". L'acqua viene prelevata dalla falda attraverso i 580 pozzi di captazione presenti in città per arrivare poi nelle 30 stazioni di pompaggio. Qui inizia il processo di potabilizzazione, l'acqua viene filtrata all'interno di queste grandi vasche, dove sono presenti i carboni attivi, per poi arrivare nei serbatoi di accumulo ed essere rì immessa nella rete di distribuzione attraverso 2235 chilometri di tubazioni in acciaio o ghisa con diametro di circa un metro, fino ad arrivare ai rubinetti di casa di circa 2 milioni di persone. "In questa centrale vengono immessi 400 litri di acqua in un secondo fino a un massimo di 1200 litri al secondo considerando tre gruppi contemporaneamente in funzione". A Milano la percentuale di perdite idriche è tra le più basse d'Italia, circa il 15% contro una media nazionale e stimata nel 40%. "La tecnologia ci viene incontro con la capacità di stimare eventuali anomalie".