Nell'aprile del 2020 si è verificato l'esordio di diabete tipo 1 in mia figlia Vittoria. Abbiamo notato una serie di cambiamenti nei suoi comportamenti: era sempre più stanca, era spossata, ha iniziato ad avere degli episodi di pipì nel letto durante la notte, aveva una sete incredibile. Siamo scese in farmacia, abbiamo fatto un pic che ha effettivamente confermato una glicemia molto alta e siamo corse in Pronto Soccorso. Ecco non siamo ancora del tutto in equilibrio, credo che non lo saremo mai, però ecco siamo fortunati perché Vittoria è qua. Ci sono notti a volte in cui dormiamo poco perchè magari il sensore suona all'impazzata o per un iperglicemia o per un ipoglicemia. L'insulina oggi è un modo per mantenersi in vita, speriamo che la cura arrivi". Il diabete di tipo 1 o insulino-dipendente, a differenza di quello di tipo 2 insorge spesso in giovane età. Rappresenta il 10% dei casi di diabete. In Italia ne sono affette circa 189000 persone. E' una patologia cronica di origine autoimmune che nulla ha a che fare con una scorretta alimentazione. La gestione è complessa e la diagnosi stravolge la vita dei pazienti anche piccolissimi e delle loro famiglie. Oggi, anche grazie all'evoluzione della tecnologia la qualità della vita dei pazienti è migliorata ma non esiste ancora una cura definitiva. "Il diabete di tipo 1 è quella forma di diabete che consegue alla distruzione delle cellule che nel pancreas producono insulina. Gli avanzamenti che consentono oggi di registrare e leggere in tempo reale l'andamento della glicemia anziché dover ricorrere al pungidito, ha di fatto cambiato tutto. Da sempre speriamo nella terapia cellulare cioè il trapianto di isole, ma oggi anche le cellule staminali e la medicina rigenerativa. Dove vorremmo essere è il punto in cui noi chiamiamo le persone col diabete di tipo 1 e diciamo loro: siamo pronti per la cura definitiva".























