Cara Giulia, mia dolce Giulia, tu non sai quanto io sia fiera di te, quanto io sia sempre stata fiera di te. Ti ho sempre ammirato tanto per com'eri: carina, dolce e sveglia. Ti ho sempre visto come un piccolo genietto. Tu dicevi che non avevi memoria, però, cavoli, guarda cosa sei riuscita a fare. Sei riuscita ad essere una così brava studentessa in ingegneria, una facoltà che sapevo non essere la più affine al tuo animo romantico, eppure ce l'hai fatta. E alla grande. Eri anche l'atleta di famiglia. Ancora oggi mi chiedo come facessi a trovare tanta gioia nel fare sport, che per me è solo una fatica. Ci hai fatto sentire famiglia, anche quando è mancata la mamma. Facevi sempre in modo che passassimo del tempo insieme, come quando tornavi a casa per pranzo se sapevi che qualcuno mangiava da solo, anche rinunciando ai tuoi impegni. Non so come, ma riuscivi a farmi sentire inclusa anche quando ero a 2.000 Km di distanza, quando avevamo la nostra chiamata settimanale, il giovedì sera, quando tornavi da atletica. Giulia, riuscivi sempre a trovarmi la via quando le strade nella mia mente si incrociavano e si confondevano. E mi chiedevo come fosse possibile che tu fossi sempre così lucida e comprensiva. Hai fatto tante belle cose, per te stessa e per noi. E noi dobbiamo ricordarcelo sempre. Però non dobbiamo dimenticare, mai, quante cose avresti potuto fare se non ti fosse stata tolta la possibilità di farlo. Non dobbiamo dimenticarcene, perchè a nessun'altra donna venga tolta la possibilità di farlo. Giulia, nella tua breve vita sei riuscita a insegnarmi tanto e non me lo scorderò mai. E ora posso dirlo, senza che tu mi dica che non è ancora vero: complimenti ingegnere!.