Da sempre termometro dei rapporti tra politica e magistratura, dalla misura, oggi del clima di contrapposizione che si respira anche nel mondo della giustizia. Il gelo che è calato sul Palazzo di Giustizia di Milano dopo la decisione dei vertici della Magistratura milanese di declinare l'invito della Camera Penale a partecipare all'inaugurazione dell'anno giudiziario degli avvocati previsto il sette e l'otto febbraio. Pesano le tensioni sulla riforma costituzionale, per la separazione delle carriere, le accuse sull'uso politico dello strumento giudiziario da parte della Magistratura e forse anche il caso Almasri e il terzo no dei Giudici al trattenimento dei migranti in Albania. Una situazione incandescente a livello nazionale che a Milano ha portato i capi degli uffici giudiziari scrivere una lettera per annunciare che avrebbero disertato l'iniziativa della Camera Penale in cui si esprime il disagio a intervenire in un contesto complessivo nel quale la Magistratura viene sistematicamente delegittimata e individuata come un ordine estraneo alla cultura istituzionale, quasi eversivo. "I Dirigenti degli uffici venivano un po', portati così un po' come belle statuine. io credo, a fare un saluto nell'ambito di un convegno che, come poi loro stessi hanno scritto nel provvedimento, era una delegittimazione della Magistratura molto evidente. Questo disagio poi deriva anche e soprattutto dal progetto di riforma di legge costituzionale". Dispiaciuti per la decisione dei vertici della Magistratura, si dicono i penalisti che rispondono con una lettera in cui parlano di uno strappo che la comunità dell'Avvocatura faticherà a superare. "Si è assunta una posizione nel merito di una contrapposizione che abbiamo sempre ritenuto fosse tra Magistratura associata e politica. Rispetto alla riforma costituzionale. La si è assunta da parte di chi rappresenta non il Capo di ANM, ma i Dirigenti degli uffici giudiziari". .