Gli esemplari femmina depongono mediamente 2,5 milioni di uova per ogni covata. Aggressivo, divoratore di vongole e crostacei il famigerato granchio blu, originario dell'Atlantico e arrivato in Italia alcuni anni fa, continua ad essere un flagello per l'ecosistema e l'economia della pesca della laguna di Venezia. È necessario agire in fretta, commenta il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, che tra pochi giorni presenterà alla Commissione Europea e al Ministero dell'Agricoltura i risultati dell'ultimo studio condotto dal dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università ca' Foscari di Venezia finalizzato a valutare la diffusione del granchio blu nella laguna. I dati non lasciano dubbi: in un futuro non troppo lontano questa specie invasiva potrebbe devastare l'intero ecosistema lagunare e mettere in ginocchio l'economia del settore ittico. "Trasmetteremo questa ricerca e speriamo che arrivino anche incentivi e comunque risorse economiche per fronteggiare questa emergenza ma per aiutare in maniera concreta il mondo della pesca". Nonostante tutto negli anni il granchio blu ha stimolato il fiuto per gli affari degli imprenditori veneti diventato persino una risorsa per la ristorazione. Positivo, commenta il sindaco di Chioggia, ma l'emergenza resta e va affrontata. Il granchio blu deve essere debellato. "O si pesca in maniera massiccia questo granchio blu o eventualmente anche a livello naturale si deve pensare di ripopolare delle specie ovviamente di pesce che possano mangiare ovviamente le uova di questo granchio blu". Ad esempio? "Ad esempio anche i branzini, i polipi. Comunque ci sono ovviamente dei pesci adatti eventualmente che potrebbero mangiare queste uova".