Un nuovo modello di crocieristica, socialmente responsabile e focalizzato sulla sostenibilità ambientale. La ripartenza del settore, dopo l'entrata in vigore del decreto 103 del 2021 che ha introdotto misure dedicate alla salvaguardia di Venezia, prima fra tutte l'interdizione del passaggio delle navi di stazza superiore alle 25.000 tonnellate attraverso il canale della Giudecca, dovrà necessariamente allinearsi ai nuovi modelli di business perché, per le grandi navi da crociera, il futuro è fuori dalla Laguna. A ribadirlo è il Commissario Straordinario per le crociere nominato per la transizione, Fulvio Lino Di Blasio. "Il nuovo modello che noi stiamo portando avanti, al di là dell'aspetto infrastrutturale, è di un rapporto diverso con la città, un rapporto diverso con le comunità locali, un rapporto in cui al di là della per esempio del Blue Flag che è questo accordo che abbiamo fatto per la riduzione delle emissioni, bisogna anche ridurre l'impatto negativo in termini di presenza." Con le navi fuori da San Marco, dirottate negli approdi temporanei di Marghera, nel 2022, i porti di Venezia e Chioggia hanno registrato 238 mila passeggeri totali, dei quali 197.000 in home port e cioè con Venezia come porto di inizio e fine crociera. Per il 2023 la struttura commissariale prevede un aumento fino a 600 mila passeggeri, per arrivare al milione entro il 2027. Nel 2019, prima del blocco, i passeggeri erano oltre un milione e seicentomila l'anno. "L'intervento del decreto 103 nel primo agosto del 2021 non ha fatto una transizione verso un modello di crocieristiche diverso ma ha interrotto un settore, con grande danno per la crocieristica nazionale Adriatica. Non è soltanto un problema di Venezia. Noi ci siamo messi a lavorare affinché il settore non solo potesse da un lato riprendere, da un lato evolvere e dall'altro crescere, riprendere perché era stato interrotto, evolvere perché tutto questo ci dovrà insegnare qualcosa.".























