Il 91,5% dei docenti ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino. Non entra nella polemica sul Green Pass obbligatorio a scuola, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ma snocciola i numeri che parlano anche di un'adesione massiccia dei giovani tra i 16 e i 19 anni alla campagna vaccinale. Siamo pronti sul fronte scuola, dice Draghi in conferenza stampa, ribadendo la necessità della vaccinazione per chiunque, ricordando come questa sia la sola via per la ripartenza e per garantire la ripresa dell'anno scolastico in presenza. Un tema su cui il TAR del Lazio si è appena espresso, respingendo le istanze dei docenti che chiedevano di sospendere tutti i provvedimenti adottati dal Ministero dell'Istruzione sul Green Pass per il personale scolastico. Il diritto a non vaccinarsi, spiegano i giudici del Tar, non ha valenza assoluta ne può essere inteso come intangibile. In ogni caso, si legge nel provvedimento, il predetto diritto è riconosciuto dal legislatore, il quale prevede in via alternativa la produzione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo. Come dire l'alternativa al vaccino c'è, è il tampone. Non solo non appare irrazionale, aggiungono i giudici, che il costo del tampone venga a gravare sul docente. In sostanza quegli insegnanti che non vogliono il vaccino gratis possono pagarsi il tampone. L'esecutivo dal canto suo è al lavoro per garantire una ripresa tranquilla delle lezioni, di nuovo con il sorriso, aggiunge il Ministro dell'Istruzione Bianchi, presente al tavolo con Draghi. "Le regole sono quelle che voi sapete quello che sa tutto il CTS. La mascherina, distanziamenti laddove possibile, quelle regole di igiene fondamentale che noi tutti abbiamo imparato in questo tempo, con un'accortezza a cui noi teniamo molto, ne abbiamo parlato molto col Presidente, laddove vi siano delle classi in cui sono tutti vaccinati possono togliere la mascherina e quindi si può tornare a sorridere assieme.".