Il livello d'allerta è destinato ad alzarsi nei prossimi giorni, soprattutto guardando al 15 ottobre, quando il Green pass diventerà obbligatorio anche per recarsi al lavoro. Il timore che interi settori del paese possano fermarsi a causa delle proteste, è peggio che le stesse proteste possano nuovamente degenerare in violenza. La preoccupazione è palpabile, tra chi è chiamato a gestire la piazza e tra chi ha il compito di prevenire episodi, come quelli avvenuti durante la guerriglia urbana scatenata a Roma dai neofascisti. E come le tensioni verificatesi nel capoluogo Lombardo, dove c'è stato un arresto e 57 denunce tra i "no Green pass". Al quarto piano del palazzo di giustizia milanese, non lo nasconde anche Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo milanese, che pur riconoscendo come le istituzioni stiano facendo il loro dovere, fronteggiando al meglio questo fenomeno, ammette però che il futuro, legato a come questo movimento si svilupperà, è imprevedibile, e soprattutto che occorre che la politica chiarisca le sue linee di azione. Tradotto significa tempi duri. Le istituzioni, evitando situazioni di conflittualità, precisa ancora Nobili, stanno cercando di gestire al meglio che possono il disordine. Perché a cavalcarlo, questo disordine, è un movimento trasversale, composto, stando a chi indaga, da "no vax" quaranta-cinquantenni, da chi si oppone al Green pass ma anche da forze infiltrate che vanno da Forza Nuova ai movimenti di antagonismo anarchico. Una piazza composita dunque, la cui potenziale pericolosità sta tutta nell'essere imprevedibile.