Controlli a tappeto in alcune aree e a campione in altre, è questo il modo in cui verranno effettuati i controlli sul Green pass all'aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo. Seguendo le linee guida emanate dal Governo infatti, da Gesap, l'azione che gestisce lo scalo palermitano, ha di fatto emanato le proprie direttive. Negli uffici del centro direzionale, dove l'affluenza è meno elevata rispetto alle altre aree, i controlli verranno effettuati su ogni singolo soggetto. All'interno dello scalo, dove i lavoratori sono sottoposti a turni che vanno alle 5 del mattino alla mezzanotte, i controlli saranno diversi. "Per chi accede alla palazzina servizi e direzione, dove ci troviamo adesso, il controllo sarà al 100%. Diversa è la situazione di chi lavora in aeroporto che ha la tematica dei turni, che sono dalle 5 di mattina alle 24, quindi saranno controllati secondo quello che recita la normativa, a campione, nella misura almeno del 20% dai capi reparto". "Nella malaugurata ipotesi che molti lavoratori fossero sprovvisti del Green pass, esiste un piano B per l'aeroporto Falcone e Borsellino?" "Beh, attraverso la normativa che proprio ieri sera ci ha comunicato che ci sono 48 ore per gli interessati, l'obbligo di dire se non si è in possesso del Green pass, evidentemente utilizzeremo queste 48 ore per richiamare in servizio, in questo momento in cui abbiamo anche persone in cassa integrazione, quelli che eventualmente hanno i requisiti per poterlo fare". La maggior parte dei lavoratori dell'aeroporto di Palermo, sottolinea Gianluca Colombino, segretario nazionale della Cisal, è vaccinato. Gli altri si stanno organizzando per sottoporsi al tampone, così come previsto dalla normativa. "C'è un'ampia fetta che ha deciso volontariamente di procedere a vaccinarsi, ma ci sono anche parecchi lavoratori che fondamentalmente questa scelta non l'hanno voluta compiere, non tanto per matrici di natura ideologica quanto proprio forse per una sorta di timore che si è sviluppato rispetto a quelli che potrebbero essere gli effetti di questa vaccinazione. I lavoratori stanno cercando, attraverso contatti personali, di riuscire a fare insieme a delle farmacie delle sorte di convenzioni, per cercare di spendere meno possibile rispetto a una procedura che li obbligherà, nei fatti, ogni tre giorni ad andare a effettuare il tampone". Ma su questo punto l'Ugl rilancia: i tamponi dovrebbero essere gratuiti. " Noi chiediamo che le aziende se ne facciano carico, per quelli che, insomma, non hanno effettuato i vaccini. Mettere le mani in tasca ai lavoratori, diciamo, è ancora una volta uno sgravo".