"Se non si riesce ad arrivare a far cadere questo Green pass, questo decreto secondo noi criminale, ci troveremo al punto di dover bloccare il porto". Il coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste insiste, non scenderemo a patti, dice il portavoce, confermando il blocco delle attività a partire da venerdì 15 ottobre, se il Governo non farà marcia indietro sull'obbligo del Green pass per i lavoratori del settore. Nemmeno la libertà concessa alle aziende impegnate in ambito portuale di fornire gratuitamente tamponi rapidi e molecolari ai lavoratori sprovvisti di Green pass vaccinale, a Trieste quasi il 40%, sembra sarà sufficiente a scongiurare il blocco. "Io ragiono anche come cittadino. Io mi metto nei panni degli altri lavoratori e mi chiedo come sia possibile che per una categoria, solamente perché ha protestato, vengano dati questi accomodamenti e gli altri lavoratori no". Il timore è che la protesta di Trieste possa innescare un'escalation e coinvolger altri importanti scali come Genova, Napoli e Palermo, con danni incalcolabili per la logistica italiana. "Noi ci aspettiamo venerdì tanta gente che nulla ha che fare con il porto, che bloccherà i varchi e non permetterà, anche appunto ai portuali che vogliono andare a lavorare, di poterci andare. E questa è la situazione che noi ci aspettiamo venerdì ed è una situazione veramente tragica". L'autorità portuale auspica un accordo che ad oggi, però, appare ancora lontano. "Se il blocco sarà, appunto, ad oltranza e non solo venerdì, mi mancherà quelle legittimazione che io ritengo fondamentale per poter lavorare bene in un porto, quindi non andrò altro che a sancire, con una firma, quello che hanno già o decideranno loro". Le prossime 48 ore, dunque, saranno determinanti, intanto la città di Trieste si prepara alla protesta. "Mi sembra un'assurdità bloccare, appunto, un porto così importante, così grande, sia per il Friuli che per l'Italia". "Andare a fare un blocco di un porto così importante come Trieste, che è importante non solo per l'Italia ma per l'Europa e per il mondo, secondo me è controproducente".