"Sono forse l'unica persona che ha la vera esperienza di come si fa e di come si arriva a portare un presidente di una nazione davanti a una corte penale. Io e i miei collaboratori del Tribunale della ex Jugoslavia siamo riusciti. Milosevic era presidente quando noi abbiamo allestito il primo atto d'accusa e abbiamo ottenuto il mandato d'arresto internazionale. Quindi mi sono detta perché non si possa fare lo stesso trattamento a un alto responsabile politico che è il presidente Putin". Sono nette le parole di Carla del Ponte, procuratrice a capo del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia dal 1999 al 2007, che ha seguito anche i dossier sul Ruanda e Siria. Parla ad Ascona, sponda Svizzera del Lago Maggiore, come ospite della decima edizione degli eventi letterari Monte Verità. E il suo intervento, partecipato, è tutto sulla guerra in Ucraina e su chi l'ha causata. "Putin è il maggior responsabile di quello che sta succedendo. Di questi crimini che vengono commessi tutti i giorni. Crimini di guerra, crimini contro l'umanità, senza dimenticare il crimine di aggressione". Appurato questo ecco che cosa ci ha risposto il magistrato svizzero quando gli abbiamo posto la domanda più attesa e cioè se Putin possa effettivamente essere condannato per la sua condotta e in che tempi. "Il commander in chief dell'armata russa è Putin. Lui e altri responsabili potranno essere portati davanti una corte e condannati ma ci vorrà tempo. Bisognerà aspettare che cambi la situazione politica".























