All'associazione italo-ucraina di Ponte Mammolo sul piazzale sotto la bandiera gialla e blu è stato organizzato una sorta di villaggio, in 5mila sono arrivati qui dall'inizio della guerra, 14 pullman a settimana che partono altrettanti che arrivano l'ultimo dalla Polonia, a scendere soprattutto donne e bambini ognuno sorride mentre abbraccia il suo nuovo peluche. Per ognuno che arriva ce n'è un altro pronto a partire carico di aiuti, cibo e medicinali. "É nato da circa una settimana, noi abbiamo calcolato che c'è un 10% circa sta rientrando in patria, in Ucraina, la casa e la propria terra e il papà che manca." Alina vive in Italia da 14 anni, è la nonna di Aleksandro e Costantino li sta riaccompagnando in Ucraina dopo avergli ospitati per un mese. "Piangono perché vogliono stare insieme con i genitori, tutti i giorni guardano le notizie, che succede in Ucraina preoccupati, vogliono ritornare, a me dispiace molto perché sto con loro molto poco tempo, adesso sono tanto attaccata a loro e ritorno dal lavoro di corsa perché so che ci sono loro e sono preoccupata perché non lo sappiamo che succederà tra oggi e domani." Il viaggio a Lviv durerà 24 ore. "Anche loro soffrono vogliono stare con la madre, il padre, hanno amici che sono rimasti là, loro mi dicono perché noi scappati dalla guerra e loro sono rimasti? Ho detto no, voi siete venuti a trovare la nonna per qualche tempo. Anche questo c'è dentro di loro, si vergognano che loro stanno qui mentre ci sono bambini di là".