Dall'istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo si attendono risposte sulle cause della morte di Simona Cinà, trovata senza vita nella notte tra venerdì e sabato nella piscina di una villa in cui si festeggiavano due lauree. Prima gli esami radiologici, poi da giovedì mattina, l'autopsia e i test tossicologici, esami fondamentali per accertare l'eventuale presenza di acqua nei polmoni, per capire se la ragazza è annegata e se ci sono nell'organismo tracce di sostanze stupefacenti che magari qualcuno potrebbe averle somministrato a sua insaputa, perché Simona non faceva uso di droga, anzi ne aveva paura, ribadiscono i familiari convocati dai Carabinieri nella caserma di Bagheria per una serie di accertamenti. "Volevamo ringraziare i Carabinieri e la Procura per l'incontro di oggi e per quello che ci siamo detti. Speriamo di avere delle risposte all'autopsia che sarà presto e principalmente stiamo ad attendere". Il malore o l'incidente restano le ipotesi al momento privilegiate dagli inquirenti della Procura di Termini Imerese, che ha aperto un fascicolo al momento per omicidio colposo a carico di ignoti. Un'ipotesi a cui fatica a credere la famiglia che ribadisce, "Simona era sana e robusta faceva tanti sport e si sottoponeva a costanti controlli medici" "Simona era una ragazza splendida, era per me una persona molto importante, mi dava tanta serenità, mi raccontava sempre dei suoi studi. Era una ragazza molto studiosa che amava tanto i libri". "Aveva una gran voglia di vivere", aggiunge un amico che la conosceva bene. "Era una ragazza molto solare, le piaceva divertirsi. Non penso altro, solo che era una persona molto socievole". .























