Hanno parlato, spiegato, hanno tentato di delineare quanto accaduto, hanno dato la loro versione dei fatti, i fatti della notte tra sabato e domenica scorsi, quando un litigio è diventato una rissa e poi un pestaggio. Sono stati chiamati da alcuni amici per andarli a riprendere, arrivati sul posto hanno visto una confusione e si sono lanciati. Arrivati sul posto hanno detto: “Fermi, fermi, non è successo nulla”. E si sono fermati. Dunque, i Bianchi e Mario Pincarelli erano lì, hanno ammesso davanti al GIP di Viterbo, ma non hanno partecipato alla rissa. Sarebbero arrivati a litigio già iniziato, hanno forse sbracciato, dato qualche manata, ma poi sono saliti in auto e sono tornati ad Artena. Non hanno visto Willy, né prima, né durante, né dopo il pestaggio, non hanno idea di chi abbia infierito sul ragazzo. Una versione del tutto diversa da quella della Procura, diverse in tanti punti, secondo il testimone, infatti, i due fratelli appassionati di arti marziali, sarebbero arrivati a bordo di un Suv da cui sarebbero venute fuori quattro o cinque persone. “Non è cosi”, dice il difensore. Le immagini delle telecamere non le ho viste, perché ancora non me le hanno a disposizione, però dovrebbero aver preso solo la strada dov'è arrivata la macchina e ripartita la macchina. A noi ci interessa perché è molto importante vedere quante persone scendono e chi è sceso, che si vede perfettamente. I testimoni hanno detto che erano quattro o cinque, hanno detto tantissime cose e non è così. Domattina, annuncia, saranno depositate in Procura le indagini difensive. Quindi, altre testimonianze che non sono uguali – diciamo – a quelle che hanno depositato alla Procura. Abbiamo, quindi, respinto ogni addebito. Al momento, non resta che aspettare i risultati dell'autopsia, fissata per domani, e le risultanze delle analisi sugli abiti che gli aggressori indossavano. Le immagini della telecamera potrebbero non dire molto, perché era buio, ed è indubbio che tanto dipenderà, a questo punto, dalle testimonianze di chi quella notte era lì.