Partiamo innanzitutto dal fatto che non esistono dati certi per quanto riguarda i bambini che non vengono riconosciuti alla nascita oppure che vengono riconosciuti e successivamente lasciati dai propri genitori. La Società Italiana di Neonatologia fa delle stime, appunto, che riguarderebbero 300 bambini non riconosciuti alla nascita ogni anno nel nostro Paese. Questa avviene soprattutto tramite una procedura che si definisce "parto in anonimato", che è possibile nel nostro paese dal 2000. Ebbene, una donna può richiedere durante la dichiarazione di nascita di rimanere anonima e a quel punto scatta la segnalazione al Tribunale per i Minorenni, così si velocizza sostanzialmente la pratica di adozione da parte di una famiglia che viene cosiddetta ritenuta idonea appunto all'adozione. Chi sono però queste donne che si trovano a prendere una decisione così difficile? Sono nella maggior parte dei casi, lo vediamo da questa torta, donne straniere. Parliamo di quasi il 63%. E poi abbiamo segnalato un altro dato, cioè quello che riguarda sia le donne italiane che straniere che ci dice che il 40% di loro è senza fissa dimora. Un'altra situazione in cui probabilmente non è facile poi crescere e occuparsi di un bambino o di una bambina. I motivi per cui queste donne decidono di lasciare il proprio neonato sono diversi ma abbiamo segnalato i due più consistenti, i due che pesano di più, che sono la paura di perdere il lavoro o problemi generalmente economici, quasi il 20%, e poi la fetta più grande, disagio psichico e sociale il 37,5%. Tutte le altre motivazioni sono invece riassunte nell'altra fetta celeste e sono di diverso tipo. E poi concludiamo con quella che è la grafica che riguarda i diritti poi di questo bambino/bambina che diventa adulto, quindi di chi viene adottato. Ebbene, tra questi diritti dal 2001 è possibile quello di richiedere informazioni sull'identità dei genitori biologici. È possibile però nel momento in cui questo bambino o questa bambina è stata riconosciuta la nascita. Non può invece avere accesso se non è stato appunto riconosciuto ma neanche nel caso in cui uno, anche solo uno dei due genitori biologici, abbia richiesto di mantenere l'anonimato.