"Dove bisogna andare". "Ma è un po' emozionato?". "Certo, sì sì. Un momento di grande emozione. Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato". Eike Schmidt diventa cittadino italiano. Tedesco di nascita, il Direttore degli Uffizi esce dal gruppo degli stranieri alla guida dei musei italiani. La nuova cittadinanza non è propedeutica per un'eventuale candidatura a Sindaco, di cui si parla molto. E la richiesta, dice Schmidt, è stata presentata 5 anni fa, quando il manager storico dell'arte decise di non andare a Vienna. E allora, perché questo atto? "Io sono appassionato dell'Italia e della cultura italiana, e ora devo dire che sono molto felice e anche molto fiero di essere concittadino di ... già grandi e, in un certo senso, sono anche concittadino di Giulio Cesare, di Virgilio e di Properzio". Il momento è solenne ma la cronaca ci riporta al presente, e i giornalisti chiamati a Palazzo Vecchio hanno una sola vera domanda: che cosa vuole fare da grande Schmidt? Continuare il suo impegno a capo di un grande museo, non escluso, o buttarsi nella competizione politica con il Centro-destra? Intanto, un primo indizio c'è, il primo politico a fargli gli auguri è Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di Fratelli d'Italia. "Quando deciderà se candidarsi o meno?". "Allora, di sicuro non prima di aver finito il mio ho mandato qui agli Uffizi. Questo finirà intorno a Natale, e devo, infatti, poi riflettere e anche parlare eventualmente. Quindi sarà quasi sicuramente nel mese di gennaio". Potrebbe essere un sì e potrebbe essere un no, continua Eike Schmidt, ma intanto la foto davanti a Palazzo Vecchio è già negli archivi.