Non ci lasciamo portare avanti dal consumismo. "Devo comprare regali, devo fare questo, questo...quella frenesia di fare cose, cose cose...l'importante c'è su. Il consumismo fratelli e sorelle ci ha sequestrato il Natale. Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme. C'è la realtà, la povertà, l'amore. Al centro di piazza San Pietro il presepe, quest'anno anche un po' discusso per la sua stilizzazione, ricorda l'avvenimento di 2000 anni fa, altri 100 bellissimi presepi di tutte le parti del mondo sono sotto i portici. Quella nascita a Betlemme che per i Cristiani ha cambiato il mondo, e di cui il mondo in questi giorni fa memoria, è però stata inquinata, dice Francesco con parole decise, da una frenesia estranea che rischia di stravolgerla, quella del consumismo. Ma deve essere chiaro che le restrizioni decise dai governi nella pandemia non tolgono il senso di quell'evento, la nascita di Dio che si fa compagnia concreta all'uomo, ricordiamoci che siamo noi la carezza di Dio ai più deboli. In questo tempo difficile, anziché lamentarsi di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno, non l'ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso, a cui nessuno pensa. Al termine dell'Angelus, Francesco fa un appello per i 400.000 lavoratori marittimi che a causa della pandemia sono bloccati senza contratto e non posso tornare a casa.