Dopo la lettera di scuse inviata ai genitori di Ilaria Sula, la seconda missiva che Mark Samson affida al suo avvocato è destinata ai magistrati che indagano sull'omicidio dell'ex fidanzata e gli contestano l'omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l'occultamento di cadavere. Samson spiega quanto accaduto prima di aggredire Ilaria nell'appartamento di via Homs e nella sua versione dei fatti racconta di una lite violenta, mentre le portava la colazione a letto aveva scoperto, così racconta Mark, che Ilaria stava chattando con qualcuno voleva leggere quei messaggi e per questo le aveva strappato il telefono dalle mani, poi la colluttazione spiega così, senza contraddittorio quei colpi sul volto e sulle braccia evidenziati dall'autopsia. Conferma poi di aver trasportato da solo il cadavere nel primo pomeriggio del 26 marzo e di essersi persino fermato, particolare questo agghiacciante, ad acquistare le sigarette con il cadavere di Ilaria nel bagagliaio. Elementi e circostanze che gli inquirenti sperano di verificare tramite l'analisi della dash cam nell'auto di Samson e della microSIM sequestrata nell'appartamento del quartiere africano in cui Ilaria Sula è morta. Dai video della SIM dovrebbe essere possibile accertare quando il cadavere è stato caricato a bordo dell'auto e se Samson fosse da solo nel percorso di 40 chilometri che lo ha portato fino a Capranica Prenestina, dove ha lanciato la valigia in un burrone. Da esaminare c'è anche il telefono della ragazza che Mark aveva detto di aver gettato in un tombino, ma poi nell'ennesima versione ha ammesso di averlo consegnato alla madre e lì è stato trovato nella stanza da letto dei genitori. La donna, che è indagata per concorso in occultamento di cadavere, è stata nuovamente ascoltata in questura ed ha confermato di non aver saputo allora dove Mark avrebbe portato il corpo. Resta confermata al momento l'estraneità del padre di Mark. .