In un'epoca i cui tempi sono scanditi dai numeri della pandemia e di un'economia alla ricerca di nuovi orizzonti, i dati relativi al settore auto non possono che esserne una diretta conseguenza. Il segno + che accompagna la chiusura del 2021, infatti, non può far gridare al miracolo visto che è riferito all'orrido 2020. Men che meno se il segno positivo è di appena il 5,5%, spazzato via poi, anche nelle migliori delle intenzioni, da un -24% su un più referenziale 2019. I dati che vengono diffusi dal Centro Elaborazione Dati del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ripresi da Federauto, la Federazione Italiana dei Concessionari, tratteggiano un passato desolante, un presente a tinte fosche ma un futuro che può ancora essere scritto. "Si è chiuso un altro anno complicato", commentano da Federauto, puntando il dito sulla Legge di Bilancio 2022 che manca di un piano pluriennale in grado di accompagnare la transizione ecologica che nei piani del Governo dovrebbe portare all'abbandono dei motori termici entro il 2035. Le preferenze dei consumatori d'altra parte non lasciano spazio a dubbi: rispetto al 2020 crollano quelle per le auto alimentate a benzina -16,3% e diesel -28,5% mentre tengono, ma con numeri nemmeno lontanamente paragonabili al 2019, le GPL con un incremento del 14,3%. Ma a indicare la via sono i numeri di ibride e plug-in con un +138,6%, ibride elettriche con un +93% e le elettriche per le quali, pandemia o non pandemia, con 67 mila immatricolazioni e un +102%, puntare al 5% del mercato globale non è più utopia.