Il gran ghetto di Rignano Garganico, un vergognoso agglomerato di baracche nelle campagne del Foggiano che, durante la raccolta del pomodoro, arriva ad ospitare, in condizioni che nulla hanno di umano, anche duemila persone, va finalmente svuotato e distrutto. Decaduta la facoltà d’uso concessa un anno fa dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, che aveva fatto sequestrare la baraccopoli perché a rischio di infiltrazioni criminali, si passa ora allo sgombero, iniziato questa mattina tra mille difficoltà. All’esterno i pullman sono già pronti, ma non è detto che si riesca a riempirli. All’interno del ghetto, infatti, si tratta: da una parte la polizia, dall’altra i migranti residenti, molti dei quali non ne vogliono sapere di lasciare questa baraccopoli. Il piano della Prefettura di Foggia prevede il trasloco degli ospiti in altre strutture, finalmente vivibili, messi a disposizione dalla Regione Puglia. Allontanandosi, però, dal ghetto questi migranti – attualmente ce ne saranno quattrocento al massimo, quasi tutti nordafricani – temono di perdere anche quei pochi spiccioli garantiti dai caporali, che vengono direttamente qui a reclutarli. E così alla fine i pullman ripartono praticamente vuoti. Ma ormai alle esigenze umanitarie si sono aggiunte quelle giudiziarie e la chiusura del ghetto – si spera senza incidenti – è solo questione di giorni.