Altre tre ragazze si sono presentate dai Carabinieri, dicendo di essere state in narcotizzate e violentate da Antonio Di Fazio, l'imprenditore nel settore farmaceutico, in cella da venerdì, per aver violentato, nel suo appartamento a Milano, una studentessa di 21 anni, dopo averla stordita con una dose massiccia di tranquillanti, per poi fotografarla. Le ragazze, le cui foto, 54 In tutto, sono state trovate sul cellulare dell'uomo, verranno sentite nelle prossime ore dagli investigatori. Intanto emergono i dettagli della notte del 26 marzo scorso. È la notte della violenza della prima ragazza che ha denunciato. Il suo corpo aveva assunto, diranno le analisi, una quantità tre volte superiore alla media giornaliera di "Bromazepam". l'incontro per un colloquio per uno stage, poi l'invito a casa, dove l'uomo vive con la madre e il figlio. Poi quel caffè, al termine del quale, la 21enne, perde le forze e inizia il vuoto. La memoria si riaccende il giorno dopo, quando il fidanzato, che non riesce a mettersi contatto con lei dalla sera prima, si attacca al citofono. Lei risponde, ma non sta bene. La corsa in ospedale e la scoperta. Non solo la droga, ma anche la violenza. La ragazza racconta che non aveva la forza di muoversi. Ricorda il braccio di quell'uomo su di lei e la sua mano sotto la cinta dei pantaloni. Si scopre anche che l'uomo è un millantatore. Forte di una fornitura di mascherina alla Regione, si spacciava per Alto Commissario per l'Emergenza Covid. Nella sua auto sono stati trovati: una pistola finta, un lampeggiante in uso alle Forze dell'Ordine, un tesserino del Ministero dell'Interno. Dopo la violenza si era affrettato a inquinare le prove, cercando di farsi precostituire un alibi dai familiari, denunciando la ragazza per calunnia ma, soprattutto, inventandosi una tentata estorsione da parte dei congiunti della vittima, a suo dire in difficoltà economiche.