Nei Pronto Soccorso italiani il numero dei medici è di gran lunga inferiore rispetto alle reali esigenze, almeno 2.000 dottori in meno. Una situazione che rischia di diventare esplosiva per l'intero sistema sanitario e per l'impatto sulle cure ai pazienti. È quanto emerge da una ricerca effettuata dalla Società Italiana della Medicina di Emergenza Urgenza, che quest'anno ha scelto Roma per l'Accademia dei Direttori, l'evento che ha lo scopo di analizzare i principali problemi del Settore. Qual è lo stato di salute del Pronto Soccorso nel nostro Paese? Molto ammalato, perché dobbiamo affrontare la carenza dei medici, il sovraffollamento e, non da ultimo, le aggressioni. Per quanto riguarda i medici sicuramente la pianificazione non è stata adeguata alla programmazione degli anni passati. Una volta eravamo tantissimi, poi piano piano siamo diventati pochi. Nei Pronto Soccorso il sovraffollamento determina attese lunghissime, un problema difficile da affrontare fin quando ci sarà carenza di medici. Per prima cosa è necessario sottolineare che la nostra situazione nazionale è, purtroppo, in peggioramento progressivo. Come Società scientifica effettuiamo una rilevazione periodica. L'ultima, che è del luglio di quest'anno, ci dice che nel 90% delle strutture interrogate il sovraffollamento è in crescita e che la crescita media è fra il 12 e il 10%. Sono aumentate anche le aggressioni? Sono aumentate, sono sempre più numerose e pericolose aggiungo. Siamo arrivati ai colpi di pistola nei Pronto Soccorso. L'aggressione non è altro che la manifestazione, ovviamente di persone violente e, quindi, ingiustificabili, ma a volte slatentizzate nella loro violenza da un tempo d'attesa prolungato in una situazione complicata, come può essere il sovraffollamento di un Pronto Soccorso dove la carenza del personale medico è ovviamente importante e pesa.