Arturo ha 6 anni, uno dei 250.000 bambini speciali iscritti nelle scuole statali del nostro Paese. Ha una lieve forma di autismo, un disturbo che si manifesta principalmente nel comportamento del piccolo. Dopo 70 giorni di lockdown, senza terapia, senza scuola, senza socializzazione, per lui un ritorno a scuola significava tutto e soprattutto per lui doveva essere organizzato al meglio. Invece, il primo giorno di scuola la mamma ha scoperto che l'insegnante di sostegno per suo figlio non c'era. Di 11 bambini speciali di quest'istituto, ad oggi 10 sono senza insegnanti di sostegno. La mamma di Arturo lo ha comunque andato in class. A prendersi cura di lui il personale AIC, cioè una persona di supporto al docente di sostegno. Si tratta di una figura a lui dedicata, ma non di un insegnante specializzata formata proprio per l'educazione dei bambini speciali. I bambini disabili non hanno le maestre di sostegno. Dopo un periodo lunghissimo, che sono state a casa, hanno smesso terapia, tutto quanto, secondo me il primo intervento era su quello: gli insegnanti di sostegno per i bambini. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell'istruzione, a fronte di 250.000 bambini speciali il numero dei docenti di sostegno dovrebbe essere circa 141.000. E stando ai dati, anche con i nuovi insegnanti entrati in ruolo, e si parla di circa 13.000 neo assunti, non si supera il 13% del totale. Avremmo potuto trovare una soluzione se avessimo lasciato quelli che già c'erano sul sostegno senza rimpastarli un'altra volta. Invece non è stato fatto. Ed eccoci qua, in questa situazione, per cui abbiamo bambini a cui viene data l'insegnante di sostegno, invece di un uno a uno, uno su tre.