Sopra la zona del Montiferru volano ininterrottamente gli elicotteri e i Canadair per monitorare una situazione che sembra essere tornata sotto controllo. Alcuni piccoli focolai però si sono riaccesi nelle zone boschive, ma le fiamme non stanno più minacciando le città. Intanto a Cuglieri, Scano di Montiferro e nelle altre cittadine aggredite negli scorsi giorni dalle fiamme è iniziata la conta dei danni. Edifici, campi coltivati e allevamenti sono totalmente andati in fumo. Da ogni parte della Sardegna sono arrivate decine di camion e trattori per consegnare il foraggio per nutrire i pochi animali sopravvissuti alle fiamme. E dei boschi intorno a Badde Urbara rimangono solo degli scheletri neri degli alberi e tanta cenere. Qui l'incendio ha danneggiato anche i ripetitori, uno dei punti nevralgici per la comunicazione in Sardegna. Oltre i 7500 Vigili del Fuoco centinaia di volontari sono al lavoro per le bonifiche con cisterne e trattori per risanare un'isola ferita da un incendio che non si vedeva da anni. Nelle zone boschive del Montiferro però anche le bonifiche risultano complicate e solo gli elicotteri riescono a raggiungere le zone più impervie. "Il territorio di Scano di Montiferro è un territorio montagnoso e quindi non è sempre semplice raggiungerlo con a terra con degli uomini che vadano materialmente a spegnere il fuoco, pertanto è fondamentale la lotta aerea in questo." Parallelamente sono partiti gli accertamenti del Corpo Forestale della Regione Sardegna per individuare le cause dei roghi e verificare se dietro gli incendi ci sia la mano dell'uomo. Quel che è certo però è che ventimila ettari di terreno sono andati in fumo insieme a un patrimonio ambientale che sarà difficile da ricostruire in breve tempo. La priorità ora è spegnere gli ultimi roghi nei boschi del Montiferro in attesa che anche il vento smetta di soffiare.