Nelle zone del Montiferru, dopo la paura, l'unica cosa che rimane è la cenere. "Qui sono andati in fumo non solo 20 mila ettari di terreno ma anche aziende, case e allevamenti. E mentre la popolazione fa la conta dei danni subiti, ci si interroga sul come ancora una volta le fiamme abbiamo potuto fare così male". Negli ultimi decenni in Sardegna è aumentata la superficie del territorio occupata dai boschi, gli stessi che, a causa dell'incuria, sono diventati teatro di un incendio che si propagava a velocità impressionante. Troppa per poter essere domato dai Vigili del Fuoco. "Ho vissuto il dramma dell'83. Dopo l'83 si è fatto una bella bonifica. Fasci antincendi dove è possibile fermarlo il fuoco. Adesso è da anni e anni che questa fasce antincendio non esistevano più". "Dall'83 ad oggi, fate i conti di quanti anni son passati e cosa è cambiato da allora a oggi. Niente. Avevamo un albero di mille anni. Ha resistito mille anni e l'abbiamo bruciato noi". "Si vede la mancanza, la mancanza della gente nel monte si vede per colpa di chi? Per colpa loro che non... non fanno niente. Il monte è abbandonato, mezza Sardegna è abbandonata". Intanto gli elicotteri del Corpo Forestale monitorano costantemente la zona, spegnendo gli ultimi roghi nelle zone boschive. L'allerta rimane alta però, a causa del forte vento e delle temperature elevate. Parallelamente la procura di Oristano aperto un fascicolo per incendio colposo aggravato. Le indagini sono state affidate al Corpo Forestale. L'inchiesta si focalizza soprattutto sul rogo principale, quello partito venerdì 23 luglio dall'auto parcheggiata lungo la Provinciale 15, all'altezza di Bonarcado. Un focolaio che inizialmente sarebbe stato spento ma poi, a causa del forte vento di Scirocco, ha ripreso vigore, allargandosi su tutto il Montiferru. A Cuglieri, a Santu Lussurgiu e nelle altre città distrutte dalle fiamme intanto continuano ad arrivare gli aiuti da ogni parte della Sardegna. La Statale 131 è percorsa senza sosta da camion e furgoni carichi di fieno, foraggio e altri beni destinati agli agricoltori e ai pochi animali sopravvissuti alle fiamme.