La notte del 24 luglio per Palermo e per mezza Sicilia è stata un inferno di fuoco: migliaia di ettari di macchia mediterranea in fumo distrutte case, ville, imprese agricole. Purtroppo ci sono stati anche dei morti. Salvatore Ferrante imprenditore del settore turismo rurale ha perso tutto, la sua attività, la sua casa, la sua fattoria didattica, non ha più niente tutto e sono divorato dalle fiamme quella notte, e ancora non sa quale sarà il suo futuro. Il silenzio delle istituzioni, il braccio di ferro tra regioni e governo centrale sul mancato riconoscimento dello stato di emergenza pende come una spada di Damocle sul futuro. "In una notte in una notte, forse anche meno, è andato via tutto". E adesso non ha più niente? "Non conosciamo più nessuno, non abbiamo mai visto né al momento soccorsi da parte di chi avrebbe dovuto aiutarci. C'erano solo dei volontari della protezione civile e ora, dopo tutti questi mesi, non abbiamo visto nessuno". Dopo quasi sei mesi, non ha nessuna notizia sui possibili rimborsi. La speranza riposta sul prossimo incontro a Roma tra il ministro Nello Musumeci e i vertici degli uffici della Protezione Civile nazionale e regionale. Anche perché per provare a ricominciare da capo ci vorranno comunque degli anni. "Non abbiamo visto neanche tecnici per la perizia quindi siamo all'indomani dell'evento. Io sto provvedendo chiaramente a fare una perizia di parte e quindi non so neanch'io quanto è il danno ma suppongo che debba essere valutato da chi dovrà pagare. Quindi mi aspettavo, ci aspettavamo che venisse una squadra, dei tecnici incaricati dal comune, dalla protezione civile, non so più perché tra l'altro, non abbiamo un interlocutore. Tutte le volte che ho chiamato o sono andato alla Protezione Civile per avere notizie, mi allargano le braccia e mi dicono non sappiamo ancora niente. Dopo tutti questi mesi, sentirsi dire non sappiamo ancora niente, è no demoralizzante, di più".