Il rischio che Taranto diventi una nuova Bagnoli sembrerebbe al momento scongiurato. A poche ore dall'allarme lanciato dal Ministro Urso, la Procura tarantina ha autorizzato i lavori per la messa in sicurezza dell'altoforno uno del siderurgico, finito sotto sequestro senza facoltà d'uso, dopo lo spaventoso incendio dei giorni scorsi. L'intervento dei tecnici consentirà ora la fermata controllata dell'impianto, che altrimenti avrebbe riportato danni che ne avrebbero potuto compromettere l'integrità. Un'eventualità che, sempre secondo il Ministro delle Imprese del Made in Italy, avrebbe potuto far saltare la trattativa con gli azeri di Baku Steel per la cessione del gruppo ex Ilva. Un rischio mai esistito invece secondo le tante associazioni che a Taranto continuano a battersi per la chiusura dell'acciaieria, e che sono tornate a far sentire la loro voce all'esterno della Camera di Commercio, dove i Ministri Urso e Bernini inauguravano con le autorità locali, il tecnopolo mediterraneo per lo sviluppo sostenibile. La trattativa è ormai in dirittura d'arrivo, sullo sfondo, un piano concreto di decarbonizzazione ma anche tagli importanti al personale. Progetti futuri comunque lontani da un presente, che racconta una fabbrica vecchia e malandata, che continua pericolosamente a perdere pezzi. .