I problemi al sistema antincendio c'erano: è l'esito del primo sopralluogo tecnico dei Vigili del Fuoco nella pancia della Torre dei Moro, il grattacielo bruciato come un cerino nella periferia sud di Milano. Della struttura originaria rimane integra solo l'impalcatura metallica che reggeva il rivestimento esterno, che avrebbe dovuto essere di materiale ignifugo, invece no, le fiamme lo hanno divorato come fosse carta, in pochi minuti. Lo stesso calcestruzzo del perimetro degli appartamenti risulta visibilmente danneggiato dal rogo. Le criticità riguardano le bocchette dell'impianto antincendio, da attivare manualmente, funzionavano fino al quinto piano, non erano attive o funzionavano male nei piani superiori, cioè proprio dove è scoppiato il primo focolaio. Un corto circuito, forse all'impianto dell'aria condizionata, e tutte le famiglie di questo palazzo (era stato ultimato nel 2011 e sulla carta avrebbe dovuto essere un gioiello di ingegneria) rimangono in pochi minuti senza casa. "La mia compagna ha iniziato a sentire una forte puzza di bruciato, come plastica se si stesse incendiando, tempo 5 minuti siamo usciti fuori ed è successo quello che è successo. Ma vedere proprio la propria casa bruciare come un fazzoletto imbevuto di benzina è una cosa bruttissima". Rimane ora l'emergenza sfollati: decine di famiglie che hanno perso tutto. In queste e nelle prossime ore se ne occuperà la Protezione Civile. La Procura di Milano intanto ha aperto un fascicolo per incendio e disastro colposo. "I pannelli, io come tutti voi, abbiamo visto che hanno preso fuoco. Però bisogna vedere.. bisogna esaminare il materiale. Sono tutte cose che andranno fatte in laboratorio e poi bisognerà anche verificare sulla normativa dell'epoca". Non ci sono solo da capire le cause ma soprattutto perché il fuoco si sia propagato così rapidamente e verso il basso. Una concausa potrebbe essere il cosiddetto "effetto camino": le fiamme si sarebbero propagate con maggiore forza sfruttando l'aria che circola nell'intercapedine tra i pannelli che ricoprivano la facciata ma all'attenzione degli inquirenti c'era anche il materiale di cui era fatto il rivestimento della torre, il cosiddetto "alucobond", sulla carta ignifugo. Evidentemente solo sulla carta.