Sul Vesuvio si lavora per la bonifica, cioè per evitare che l'incendio che ha di nuovo sfregiato il vulcano possa reinnescarsi c'è ancora un Canadair in volo, ma adesso bisogna mettere in sicurezza le aree e in questo il supporto da terra è fondamentale, visto che la resina dei pini andati a fuoco è altamente infiammabile. Sorvoliamo l'aria salendo a bordo di un elicottero della Guardia di Finanza. Siamo in volo sull'elicottero Alfa 109 Nexus della Guardia di Finanza, dietro di me, vedete, il Vesuvio, adesso proviamo ad avvicinarci alla zona colpita dall'incendio. Ci avviciniamo così alla zona più colpita Terzigno da un lato Boscotrecase dall'altro, dall'alto è possibile rendersi conto delle proporzioni di quanto avvenuto. L'incendio è stato più contenuto di quello del 2017, ma ha lasciato segni evidenti che vanno a sommarsi agli altri episodi e la zona è comunque vasta. Ancora non è possibile una stima degli ettari. in cenere, ma sicuramente di più dei 500 ipotizzati qualche giorno fa dall'alto è possibile anche osservare il lavoro di monitoraggio e messa in sicurezza e anche a molti metri di distanza arriva l'odore di bruciato che negli ultimi giorni ha afflitto l'aria. Ma questo è anche il tempo delle domande che cercano risposta. È stato un gesto doloso, si sarebbe potuto evitare. o limitare quello che è avvenuto?. Sono tra le domande intorno alle quali stanno lavorando la Procura di Nola e la Procura di Torre Annunziata. Si è svolta una riunione di coordinamento proprio sull'inchiesta tra le due Procure, insieme ai Carabinieri Forestali e al Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torre Annunziata. . .























