Il tesoriere del PD campano, Nicola Salvati, è finito agli arresti domiciliari ed è stato immediatamente sospeso dalla carica e dal partito, come ha fatto sapere il commissario regionale Antonio Misiani in una nota. La decisione è arrivata poche ore dopo la notizia dell'inchiesta che coinvolge Salvati, in qualità di commercialista insieme al padre Giuseppe e ad altri 34, posti agli arresti domiciliari, accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Secondo quanto emerge dalle indagini della Procura di Salerno con Carabinieri e Guardia di Finanza, Nicola Salvati avrebbe fatto parte di un sodalizio criminale, che avrebbe presentato oltre 2.000 false richieste di nulla osta al lavoro, nell'ambito dei decreti flussi ed emersione in cambio di denaro. Somme anche molto elevate che i migranti erano disposti a pagare pur di ottenere un permesso di soggiorno. L'organizzazione, che secondo l'accusa faceva perno intorno alla figura di un imprenditore di Capaccio, in provincia di Salerno, Raffaele Nappi, avrebbe presentato una grande quantità di istanze usando i cosiddetti click day. Il ruolo di Salvati, in particolare, sarebbe stato strettamente legato alla sua attività professionale, perché si sarebbe occupato di aggiustare la falsa documentazione e predisporre false fatture di vendita o acquisto, che sarebbero servite a nascondere e riciclare le somme ricevute illecitamente dai migranti in cerca di un permesso di soggiorno. Gli inquirenti lo ritengono "organico all'organizzazione", della quale avrebbero fatto parte aziende compiacenti o create ad hoc, ma anche altri professionisti e intermediari pubblici e privati. Sono coinvolti nell'inchiesta anche due dipendenti degli ispettorati del lavoro di Salerno e Napoli, che sempre in cambio di denaro, avrebbero garantito l'esito positivo delle istanze.