“Mi sembra di vivere un incubo. Non ho mai chiesto soldi, non li ho mai presi, non ho nulla da nascondere”. Tiziano Renzi, papà dell’ex Presidente del Consiglio, si difende dall’accusa di aver fatto da mediatore, dietro la promessa di denaro, tra l’imprenditore Alfredo Romeo, arrestato per corruzione, e Luigi Marroni, suo amico e amministratore delegato Consip. Pressioni, fughe di notizie, cene segrete, pizzini e tangenti. La maxinchiesta Consip svela le manovre spregiudicate di Alfredo Romeo, intento a progettare e consumare una serie di infiltrazioni criminali in appalti pubblici mediante l’uso sistematico della corruzione. È con il concorso di Marco Gasparri, alto dirigente Consip, che Romeo riesce a infiltrarsi nelle società pubbliche e a mettere le mani su uno dei bandi di gara più grandi d’Europa, l’FM4, del valore di quasi 3 miliardi di euro. Dietro il pagamento sistematico di mazzette, 100.000 euro in quattro anni, Gasparri rivela a Romeo informazioni riservate della società e gli suggerisce il contenuto delle offerte da presentare. È così che l’imprenditore ha la strada spianata per aggiudicarsi tre lotti del mega-appalto FM4 del valore di 600 milioni. Non solo tangenti, però. Per vincere i bandi di gara, Romeo punta direttamente alle alte sfere del potere e può vantarsi di aver fatto un intervento sui vertici della Consip attraverso i massimi livelli della politica. È l’ex deputato Italo Bocchino, suo consulente e uomo di fiducia, ad aprirgli le porte con il sistema politico, mentre è l’amico imprenditore toscano Carlo Russo a prospettargli una cena con Tiziano Renzi. Il papà dell’ex Presidente del Consiglio potrà così sponsorizzarlo direttamente con l’amministratore delegato Consip. “Mai partecipato a cene segrete”, precisa Tiziano Renzi, indagato assieme a Bocchino e Russo per traffico di influenze illecite. La Consip si difende: “In queste indagini siamo parte offesa. Annulleremo tutte le gare sospette”.