Più di due ore davanti al GIP per chiarire la propria posizione nell'inchiesta sulla corruzione nella sanità siciliana, il deputato di Noi moderati Saverio Romano ha risposto alle domande del GIP che da lunedì ha iniziato ad ascoltare i 18 indagati della nuova inchiesta della Procura di Palermo, che ha puntato i riflettori sulla gestione di molti appalti e sulle nomine fatte ai vertici di ospedali e aziende sanitarie dell'isola. Un'inchiesta che ruota attorno all'ex presidente della regione siciliana Totò Cuffaro, indagato anche lui, che sarà ascoltato dal GIP nelle prossime ore. Per il PM, Cuffaro, Romano e gli altri 16 indagati accusati di avere titolo di turbativa d'asta, falso e corruzione, avrebbero fatto parte di un comitato d'affari che si occupava di pilotare le gare e nominare dirigenti e truccare concorsi, accuse pesanti, ma respinte dal deputato di Noi moderati, che si dice tirato in ballo senza alcuna ragione. "Abbiamo chiarito la nostra posizione, ovviamente, come avevo detto prima di essere sentito, che avrei risposto e avrei chiarito rispetto alle domande che mi sono state poste. Ho ho trovato qualche difficoltà ad un collegamento tra quello che è il capo d'imputazione e i fatti così come si sono verificati. E però lo abbiamo spiegato il perché ho dovuto dire alcune cose che mi risultano personalmente e altri facendo un'esegesi d'intercettazioni che non sono mie." Nelle centinaia di pagine che compongono la richiesta di arresto per gli indagati, il centro di tutto sembra essere Totò Cuffaro, che adesso dovrà chiarire la sua posizione e spiegare anche la provenienza di 80mila Euro in contanti trovati in sue due abitazioni. .























