80mila euro in contanti, una parte conservati nella casa al centro di Palermo, una parte invece custodita nel casolare di campagna di San Michele di Ganzaria nel Catanese. Soldi occultati per i magistrati di Palermo e per i Carabinieri del Ros. Denaro assolutamente giustificabile invece per Totò Cuffaro e i suoi legali. Il sequestro è avvenuto nell'ambito delle indagini sull'ex governatore della Sicilia, accusato assieme ad altre 17 persone, tra le quali il deputato dei neo moderati Saverio Romano, di turbativa d'asta, falso e corruzione. Un'inchiesta, quella della Procura di Palermo che ha al centro la gestione degli appalti per la sanità pubblica e per l'assegnazione dei posti di comando. In ospedali e aziende sanitarie. Un potere, scrivono i magistrati nella richiesta di arresto per Cuffaro e gli altri indagati, che l'ex segretario nazionale della Democrazia Cristiana, gestiva a suo piacimento, potendo contare anche sulla protezione di due talpe, una nella Polizia e una nei Carabinieri che lo avrebbero informato di possibili indagini in corso. Ma Totò Cuffaro, che ha già scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento, cosa fare e su chi appoggiare per le nomine. Venerdì dovrà giustificare il suo comportamento davanti al GIP, giovedì invece sarà il turno di Saverio Romano. Fulvio Viviano, Sky TG 24, Palermo. .























