Quello di Totò Cuffaro sarebbe stato un metodo clientelare di un politico che ha commesso anche atti illeciti per ampliare il bacino elettorale del partito di cui era segretario. Così scrive il GIP, Carmen Sallustro, nell'ordinanza che dispone gli arresti domiciliari per l'ex presidente della Regione siciliana, al centro di un'inchiesta della DDA di Palermo su corruzione e traffico di influenze. Cuffaro, secondo gli inquirenti, sarebbe stato al centro di un comitato d'affari che lavorava per spartirsi i posti di potere nella sanità siciliana. Favori e mazzette in cambio di, tra le altre cose, posti di lavoro e sostegno elettorale. Uno scambio old style, finito ancora una volta sotto la lente di ingrandimento dei magistrati. Centinaia di ore di intercettazioni telefoniche ed ambientali registrate in cui si ascoltano gli indagati parlare di nomine, appalti, concorsi e sostegno politico. Per il GIP era stato messo su un sistema per provare, e spesso riuscire, a condizionare la sanità pubblica e non solo, anche i consorzi di bonifica e il sistema di protezione civile regionale. Sono 17 in totale gli indagati, per 6 sono stati disposti, come per Cuffaro, i domiciliari. Altri sono a piede libero, come Saverio Romano, il deputato di Noi Moderati per il quale il GIP ha respinto la richiesta di arresto che era stata avanzata dalla Procura. .























