Dopo le dimissioni dell'intero CDA della Juventus, nella serata di lunedì, la notizia era attesa a ore al massimo a giorni. Arriva invece a metà mattina. La Procura di Torino deposita la richiesta di rinvio a giudizio per 13 dei 16 indagati dell'inchiesta Prisma. La Juventus, come persona giuridica e 12 persone fisiche, tra cui l'ex Presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l'Ad Maurizio Arrivabene che all'inizio delle indagini era stato sentito come persona informata dei fatti, e l'ex Direttore Sportivo Fabio Paratici, ora al Tottenham. Le accuse sono pesanti: falso in bilancio, ostacolo agli organi di vigilanza, manipolazione del mercato, false fatturazioni per operazioni inesistenti. Sono state stralciate invece le posizioni degli altri 3 indagati, 3 Sindaci del Collegio Sindacale, ascoltati dai PM tra venerdì e lunedì, si sono detti estranei alle manovre sui 3 bilanci dal 2019 al 2021 su cui indagano gli investigatori. Bilanci secondo l'accusa truccati per 205 milioni di euro attraverso due filoni distinti. Le plusvalenze, maturate con acquisti e cessioni di calciatori e qui sono coinvolte anche altre Società di Calcio, con operazioni cosiddette a specchio, che permettevano di iscrivere crediti fittizi e quelle che i PM hanno definito le "manovre stipendi", accordi privati tenuti segreti tra Società e calciatori, che di fatto riducevano di molto la rinuncia di alcune mensilità durante i primi mesi del Covid. "La situazione è delicata" dice in un intercettazione ambientale agli atti dell'inchiesta Stefano Bertola, l'ex Direttore Finanziario della Juve al Direttore Sportivo Cherubini "E' paragonabile a calciopoli, ma questa volta ce la siamo creata noi". Ora dovrà essere fissata l'udienza preliminare per capire se si andrà o meno a processo, mentre la Juventus in una nota ribadisce la correttezza dei comportamenti da parte della Società.