Chiariranno la loro posizione nelle prossime ore nel corso degli interrogatori di garanzia, rispetto a quel meccanismo corruttivo perfettamente collaudato, come lo definisce il gip, il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, finito ai domiciliari con l'accusa di corruzione e le altre 9 persone, tra manager e imprenditori, nei confronti delle quali è stato emesso un ordine di custodia cautelare o una misura interdittiva. 25 al momento gli indagati. Per ottenere l'elezione, è l'accusa mossa nelle oltre 650 pagine di ordinanza dal giudice Faggioni, Toti avrebbe svenduto la propria funzione abdicando ai propri doveri istituzionali. Il rischio, scrive ancora il gip, è che l'indagato possa reiterare condotte corruttive in occasione delle prossime elezioni. Favori in cambio di soldi in sostanza, oltre 74.000 €, secondo la procura, che sarebbero andati in favore del comitato Cambiamo con Toti presidente, per finanziare la campagna elettorale del governatore. Soldi offerti e soldi chiesti, come quando in un'intercettazione del settembre 2021, trovata una soluzione ad hoc per sbloccare una pratica, Toti avrebbe detto rivolto allo imprenditore ed ex patron del Genoa Aldo Spinelli, anche lui è ai domiciliari, ricordati che io sto aspettando anche una mano. E ancora soldi. Oltre 220.000 € in contanti, sequestrati dalla Guardia di Finanza, in esecuzione del sequestro preventivo disposto dal gip nella cassaforte dell'abitazione dello stesso Spinelli. Per favorire quest'ultimo, secondo l'accusa, Toti si sarebbe adoperato per trasformare la spiaggia di Punta dell'Olmo da pubblica a privata e tra le altre contestazioni, per velocizzare la pratica di rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse. Un meccanismo opaco di dare e avere, emerso dapprima in un'inchiesta parallela della procura di La Spezia e che coinvolge anche il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, accusato di corruzione elettorale aggravata dall'aver agevolato il clan mafioso dei Cammarata di Riesi, avrebbe comprato voti per Toti in cambio di posti di lavoro e alloggi popolari. Al centro dell'inchiesta, unico in cella, anche l'ex presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Paolo Emilio Signorini, che in cambio di soldi, soggiorni a Montecarlo e regali di lusso, avrebbe favorito anche lui gli interessi privati di Spinelli.























