Mazzette in cambio di favori. Soldi e utilità varie come mezzo per sbloccare, velocizzare, risolvere. Il tutto sotto l'ombra lunga di Cosa Nostra nelle elezioni del 2020. È la più tipica delle trame corruttive quella tracciata dall'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova che ha portato agli arresti domiciliari il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, con l'accusa di corruzione, il suo Capo di Gabinetto e braccio destro Matteo Cozzani, accusato di corruzione elettorale aggravata dall'aver agevolato l'attività di Cosa Nostra, e ad altre 7 misure cautelari. A Giovanni Toti, in particolare, viene contestato di aver intascato 74.100 euro da Aldo e Roberto Spinelli, oggi imprenditori nel settore logistico e immobiliare, a fronte di varie promesse. Quella di trovare una soluzione per trasformare la spiaggia libera di Punta dell'Olmo in privata, di agevolare l'iter di una pratica edilizia di interesse degli stessi imprenditori, di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent'anni di una controllata, guarda caso, della Spinelli Spa, e ancora di assegnare loro alcuni spazi portuali e un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade. Ma è sulla campagna elettorale per le Regionali del 2020 che si allunga l'ombra di Cosa Nostra. Secondo i magistrati genovesi il braccio destro del Presidente Toti, Matteo Cozzani, avrebbe agevolato il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova, promettendo posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare in cambio dei voti degli elettori della comunità resina di Genova e comunque di siciliani verso la lista "Cambiamento con Toti Presidente". In carcere poi Paolo Emilio Signorini, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale che, secondo l'accusa, avrebbe accettato da Aldo Spinelli, oltre danaro in contanti, anche 22 di soggiorni di lusso a Montecarlo per un valore complessivo di 42mila euro, una borsa Chanel, un bracciale Cartier del valore di 7200 euro e altre utilità, in cambio, anche in questo caso, di accelerare pratiche o favorire concessioni di spazi portuali alla stessa società di Spinelli. A Signorini inoltre viene contestato anche di essersi fatto pagare, da un altro imprenditore coinvolto nell'inchiesta, il banchetto nuziale della figlia per un valore di 6600 euro.























