Stranieri facoltosi provenienti da diversi Paesi e anche dall'Italia che avrebbero pagato per trasformarsi in cecchini e sparare contro civili inermi durante la guerra in Bosnia Erzegovina negli anni 90. Un safari dell'orrore su cui indaga la Procura di Milano che ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai motivi abietti. La macabra ipotesi dei PM che circa 200 italiani tra il '93 e il '94 giocavano alla guerra, ammazzando civili indifesi solo per divertimento. Tutto sarebbe stato regolato da un tariffario della morte, chi pagava di più una somma pari a 80-100 mila euro di oggi poteva uccidere i bambini. A seguire c'erano gli uomini, le donne e infine gli anziani, anche gratis. In Procura a Milano hanno già pronta una lista di testimoni da convocare, in cima un ex 007 bosniaco, testimone diretto del massacro di 11.541 civili, di cui 1.601 bambini. L'inchiesta è nata dopo un dettagliato esposto presentato nei mesi scorsi dal giornalista e scrittore Ezio Gavazzeni con la collaborazione degli avvocati Nicola Brigida e Guido Salvini, ex magistrato. "Emerge, con prove forti che andranno sviluppate nell'indagine della Procura, che c'erano italiani e persone di altri Paesi europei, benestanti, amanti delle armi, presi da una sorta di ebbrezza, che andavano a fare safari umani, cioè andavano a Sarajevo inviati da agenzie italiane e da lì con delle armi sparavano sulle persone inermi che cercavano di uscire da casa anche semplicemente per procurarsi il cibo. Pagavano per uccidere, pagavano tanto, soprattutto se riuscivano a colpire una donna o un bambino." .























