La pistola dell'agguato è una scacciacani modificata, ma i proiettili sono calibro 9 quelli veri che possono uccidere e che hanno rischiato di farlo sul serio se non fosse stato per il riflesso istintivo di Luca Guerrini, ventisettenne ultrà del Milan, tra i volti più noti della curva sud rossonera, scampato nelle scorse ore a quella che poteva essere un'esecuzione per strada. Uno scambio di persona, dirà lui agli investigatori della Omicidi, eppure è difficile non associare la sparatoria, in via Imbriani,nel quartiere Bovisa a nord di Milano, al caso delle presunte infiltrazioni della 'Ndrangheta tra gli ultrà di Milan e Inter, decimati nelle ultime settimane dall'inchiesta della DDA milanese denominata doppia curva. Una dinamica che sembra la sceneggiatura di un film d'azione. Lo scooter segue l'Audi Q3, al semaforo rosso il passeggero scende dalla moto e arriva fino all'auto che si trova proprio qui, esplode tre colpi. I primi due vanno a centro sull'auto il terzo si inceppa qui il segno dei bossoli. "Ho girato lo sguardo e ho visto un braccio teso con una pistola che stava puntando verso l'interno di una macchina che era ferma". "Si è spaventata, signora?" "Sì, sto tremando ancora". Guerrini è cotitolare di Italian Inc, la catena di Barbershop di Luca Lucci, ex leader indiscusso della Sud, arrestato lo scorso 30 settembre nell'ambito della maxinchiesta. E proprio dal vicino negozio di via Mercantini, Guerrini arriva quando si trova al centro dell'agguato dal quale riesce a fuggire rocambolescamente, salvo poi fare ritorno sul luogo del crimine a bocce ferme, per recuperare l'auto lasciata di traverso sui binari del tram. Ci trova la scientifica che sta sequestrando il bandierone della curva e uno striscione con la scritta solo per la maglia, segno che i sicari a volto coperto sulla Honda nera non erano lì per sbaglio e non era solo un avvertimento.