Ecco quello che resta dell'elicottero adagiato su un fianco tra le rocce delle colline nelle campagne del Gargano. I corpi delle vittime sono stati recuperati, le condizioni meteorologiche ora consentono ai periti e tecnici di fare tutti quei rilievi necessari per capire cosa è accaduto sabato mattina dopo le 10:40. Da quel momento non ci sono stati più contatti radio con i due piloti dell'Alidaunia. Ed è proprio il padre del più giovane, Andrea Nardelli di 39 anni, a sollevare il primo interrogativo. "Mio figlio era un pilota esperto, viaggiava con un veterano, sapevamo tutti che c'era una forte perturbazione sul Gargano tant'è che venerdì l'elicottero non era partito. Sapevamo che le condizioni non erano ideali, non so da chi sia arrivato l'ok per il decollo. Chissà, forse dalla torre di controllo". Quelle stesse condizioni meteorologiche così avverse che avevano interrotto i collegamenti delle isole Tremiti via mare, costringendo la famiglia slovena in vacanza, il medico del 118 a fine turno, a rientrare con l'elicottero. Le ipotesi di reato della Procura della Repubblica di Foggia, disastro aviatorio colposo e omicidio colposo plurimo, sono per ora a carico di ignoti. Dalla raccolta dei reperti sui rottami dell'elicottero si accerterà la presenza o meno della scatola nera che potrebbe aiutare a capire cosa è successo, come hanno perso la vita le sette persone a bordo: Bostian Rigler il direttore tecnico della pricipale televisione slovena, sua moglie e i figli di 14 e 13 anni. Maurizio De Girolamo, il medico di 64 anni che aveva fatto il turno di notte alle isole Tremiti e i due piloti entrambi foggiani.