Eccoci, siamo davanti al carcere. Si è concluso dopo tre ore il primo interrogatorio di garanzia, quello per Tadini. Tadini sappiamo che è il capo servizio, chi materialmente mandava in funzione, faceva funzionare tutti i giorni, da più di 30 anni, la funivia del Mottarone. Naturalmente lui ha ribadito, davanti ai magistrati, tutto quanto detto nell'interrogatorio di qualche giorno fa, che poi ha portato al fermo dei tre indagati. Naturalmente Tadini ha risposto, l'avvocato ci ha raccontato, è stato un interrogatorio molto serrato, molto duro, appunto molto lungo naturalmente. Ha ribadito le sue responsabilità, che quella mattina maledetto del 23 maggio, di nuovo, quando lui ha acceso l'impianto, ha mandato in funzione l'impianto, c'erano di nuovo quei rumori sinistri della cabina e, per ovviare a questi rumori che denotavano malfunzionamento del sistema drenante, i forchettoni quella mattina rimasero al loro posto, bloccando, di fatto, le ganasce dei freni. Non era una prassi, ci ha raccontato l'avvocato, che veniva fatta sempre. Veniva fatta soltanto quando appunto c'erano questi rumori. Le verifiche erano state fatte, ha ribadito Tadini, era stata fatta anche una verifica il 3 maggio. Non si riusciva a capire da dove venisse questo malfunzionamento. L'unica cosa da fare era, ovviamente, bloccare la funivia per diversi mesi. Naturalmente per evitare anche il blocco, Tadini ha detto, per evitare il blocco della funivia durante l'esercizio, perché altrimenti bisognava andare a recuperare le persone col cestello, tutta una serie di meccanismi che, naturalmente, si voleva evitare per far funzionare a regime pieno la funivia in una giornata di festa. Per quanto riguarda le accuse l'Avvocato di Tadini respinge l'accusa di "Falso in atto pubblico" perché dice il mio assistito non è un Pubblico Ufficiale. Ricordiamo che quella mattina, nonostante ci fossero questi rumori, Tadini aveva ribadito sul giornale di bordo che tutto andava bene, e infatti viene contestato a lui anche questo reato oltre naturalmente ai reati di "Omicidio colposo plurimo", di "Lesioni gravissime" e di "Rimozione di sistemi di sicurezza". Gli altri due in questo momento verranno interrogati dal GIP e bisognerà vedere se entrambi risponderanno alle domande del GIP o se uno dei due si avvarrà della facoltà di non rispondere. Dopodiché il GIP deciderà se accogliere la richiesta della Procura di "Custodia cautelare in carcere".