Saranno gli accertamenti tecnici a chiarire quale imbarcazione ha travolto e ucciso la biologa Cristina Frassica durante un'escursione in kayak nelle acque di Posillipo, al largo di Villa Rosebery, la residenza napoletana del Presidente della Repubblica. L'inchiesta della Guardia Costiera ha ricostruito la dinamica dell'incidente, analizzando le immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza. Al momento ci sono: un indagato, l'avvocato penalista Guido Furgiuele, e tre imbarcazioni sequestrate dalla procura, che sarebbero tutte di proprietà dell'indagato. Per gli investigatori, la canoa è stata travolta dal motoscafo del penalista che è stato il primo a soccorrere in mare la vittima e l'amico che era con lei, Vincenzo Leone, rimasto miracolosamente illeso. L'indagato, interrogato, ha spiegato di non essersi accorto di nulla. Anche le altre cinque persone che erano con lui sullo yacht non si sarebbero accorte dell'incidente, fino a quando non hanno visto una persona sbracciarsi per chiedere aiuto. Le prime certezze arriveranno dagli esiti degli accertamenti tecnici sullo yacht e sulla canoa, integra ma segnata dall'impatto. La chiglia del motoscafo che ha travolto il kayak, sarebbe di colore blu. Chiedono giustizia i genitori di Cristina la 31enne che viveva Voghera, da novembre era a Napoli per un corso di studi e coltivava le sue grandi passioni: la ricerca e il mare. L'incidente riapre la questione della sicurezza in mare nel Golfo di Napoli. Il Prefetto, Michele Di Bari, ha promesso un giro di vite per prevenire tragedie come questa.























