Si accorgono della sagoma di una ragazza ferma davanti a loro sul binario 1. Il tempo di azionare la tromba d'allarme ed è tutto finito. È il racconto più drammatico, quello dei due macchinisti del Frecciarossa che procede senza fermata in direzione nord. I testimoni, non più di sette, sono tutto quello che rimane di quella manciata di secondi a cavallo delle sette del mattino di domenica. Gli ultimi secondi della vita di Giulia e Alessia, le due sorelle adolescenti di Castenaso, nel bolognese, travolte nel terribile incidente alla stazione di Riccione. Congelato da quelle testimonianze, frammentate, condizionate certo dalle conseguenze terribili dell'impatto. Pochi flash grazie ai quali gli inquirenti cercano di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Non c'è altro che la voce di chi ha visto, perché le cinque telecamere presenti in stazione, tre delle quali puntate sui binari, mai inquadrano le due ragazze. Non risultano profili di reato ma accertamenti sono in corso, dice Elisabetta Melotti procuratore capo di Rimini che ha aperto un'inchiesta senza indagati. Condotta incauta è l'ipotesi della PM Giulia Bradanini che esclude il suicidio. Probabilmente non hanno capito, erano confuse, di sicuro stanche, dopo la notte in discoteca: Le accompagnavo sempre io, non si dà pace il padre. Quella sera non stavo bene e ho detto loro: Siete grandi, per questa volta prendete il treno da sole.























