Un blocchetto d'acciaio rosso, immortalato in uno scatto dei Vigili del Fuoco e da un filmato del Soccorso Alpino, potrebbe restituire la verità dei fatti. In gergo si chiama "forchettone" e quel che sappiamo, è che non doveva essere lì, in quel momento. È proprio questa foto a costituire l'elemento più importante, per la ricostruzione della dinamica dell'incidente. Questa piastra infatti, è un elemento che viene inserito, manualmente, nella parte alta del carrello della cabina, dove si trovano le rotelle che scorrono sulla fune e che, normalmente, serve per tenere, forzatamente in posizione aperta, i freni di emergenza in caso di necessità o manutenzione, ma mai, quando ci siano passeggeri a bordo. E in questo caso invece, doveva servire per aggirare il malfunzionamento del freno di emergenza che, attivandosi di continuo, impediva spesso l'utilizzo dell'impianto. Dunque, la forchetta, veniva inserita, strumentalmente, in modo che dilatasse le ganasce e impedisse che si stringessero per frenare. E così, quando il cavo della funivia si è spezzato, il freno di emergenza non sarebbe potuto entrare in funzione. Il secondo forchettone, è stato poi ritrovato solo in un successivo sopralluogo, lasciando intendere che possa essersi staccato durante l'incidente. E quando domenica mattina, la fune di trazione si è lacerata, la cabina, libera da vincoli, si è trasformata in un proiettile. Ha ripercorso, a ritroso, gli ultimi 300 metri che aveva fatto, a oltre 100 km orari. Si è sganciata così dalla fune portante, schiantandosi al suolo.