Negli ultimi due, tre anni c'è questa staticità, con alti e bassi. Questo indica che servono interventi maggiori. Sulle strade si continua a morire. 71.000 gli incidenti nel nostro Paese nel 2019. In lieve diminuzione meno 1,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, ma restano sostanzialmente invariati quelli con esito mortale. Il rapporto degli ultimi 12 mesi di polizia stradale e Carabinieri parla di 1.566 decessi, 46 in meno del bilancio dell'anno precedente, nel quale sono comprese le 43 vittime del crollo del ponte Morandi. I dati sono positivi, quelli forniti. Certamente va ricordato che si tratta di dati relativi ai rilievi della sola Polizia Stradale dell'Arma dei Carabinieri, ai quali poi si devono aggiungere i rilievi, sempre più numerosi, delle polizie locali. Aumentano i conducenti sanzionati per tasso alcolemico superiore al consentito. Più 2,2% rispetto al 2018, mentre diminuiscono del 6,7% quelli sorpresi sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Oltre 61.000 le patenti ritirate per eccesso di velocità. Il tavolo a tre gambe su cui si poggia veramente la condizione del rischio è sempre basato su tre elementi. Alcol e droga, da una parte, velocità sempre e distrazione alla guida. La sbornia da uso del cellulare alla guida, che non è solo di fonia, ma anche in messaggistica, in navigazione, in selfie, eccetera. Noi stiamo attendendo, da quattro estati, e da una riforma del Codice della Strada che è partita nel 2013, un provvedimento serio che vada in direzione della sospensione della patente alla prima violazione. È meglio che torni a casa un figlio senza patente, che una patente senza tuo figlio.